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La Lunga Discesa

Un due-tre settimane fa' stavo gironzolando in libreria quando l'occhio mi e' caduto su un libbriccino strambo: What's the Worst That Could Happen? di Greg Craven, che non consiglio a nessuno dato che non vale un tubo. Tuttavia, all'interno l'autore suggerisce un paio di video di Albert Bartlett, che mi sono cercato e guardato e che vi consiglio pure a voi (anche se e' in inglese e senza sottotitoli). E devo dire che questi meritano parecchio, nel corso del ravanamento per cercare i video sono finito su un paio di link interessanti, con il risultato che la volta successiva ho fatto razzia di testi in libreria. Testi che potremmo definire abbastanza deprimenti ma molto attuali: Party's Over e Powerdown di Richard Heinberg, The Long Emergency di J. Kunstler e per ultimo Crossing The Rubicon di M. Ruppert che non vi consiglio se non siete dei fanatici delle teorie cospiratorie.

I libroni sono parecchio interessanti anche se, come gia' detto, sono piuttosto deprimenti. Di che si tratta? Eccone un rapido sunto: GAAAH! MORIREMO TUTTI! ...Ok vediamo di espandere un attimo.

Forse non ve ne siete accorti ma la popolazione umana sul pianeta sta' rapidamente raggiungendo i 7 miliardi di abitanti a colpi di circa 80 milioni all'anno. Come accidenti fa' tutta sta' gente a sopravvivere? Semplice: spremendo il pianeta come un limone. E la risorsa piu' utilizzata per... bhe', per tutto in effetti e' una sola: il petrolio.

Ma c'e' un 'ma': come tutte le risorse del pianeta terra che non sono "rinnovabili" (aka: non ricrescono) il petrolio e' una risorsa finita, il che significa che quello che stiamo usando prima o poi finira'. Ma il problema non e' quando finira' ma piu' che altro quando ne avremo consumato circa il 50%. Perche'? Dipende dal come viene consumato.

Negli anni 40 un geologo (cioe' uno che sta' roba la faceva di lavoro): M. King Hubbert si mise studiare la produzione del petrolio e stabili' che la produzione non e' lineare, ma segue una curva a campana. Comincia da zero, sale rapidamente, raggiunge un punto massimo (o picco) che puo' mantenere per un certo tempo e poi decresce piu' o meno in modo simmetrico rispetto alla salita. E questo si applica sia ai singoli pozzi che ad un insieme di pozzi di una regione o ad una intera nazione o all'intero pianeta.

Hubbert curve

Basandosi sui dati noti della produzione e del numero e quantitativo di riserve americane, Hubbert calcolo' che la produzione petrolifera americana avrebbe raggiunto il picco di produzione negli anni 70. Diciamo pure che le sue conclusioni non furono molto apprezzate o condivise dall'udienza di allora. Bhe' indovina un po': la produzione americana raggiunse il massimo nel 1971 (linea in nero) ed inizio' a declinare ed e' in declino da allora. Nonostante la massa di soldi spesi in ricerche ed in nuove tecnologie nei precedenti 40 anni gli USA sono passati da esportatori di petrolio ad importarne piu' del 50% del loro consumo.

Ma la cosa non finisce li'. Basandosi sui dati (un po' vaghi in effetti) dei giacimenti trovati fino ad allora, Hubbert rifece i calcoli per l'intero pianeta e scopri' che il 'picco' avrebbe dovuto verificarsi verso l'anno 2000 (grafico sopra). Dati aggiornati negli ultimi tempi hanno modificato tale previsione ponendo il momento di "picco" tra il 2000 ed il 2010. Il che significa che abbiamo gia' consumato la nostra parte o stiamo per arrivarci.

Ma che accidenti significa tutto questo? In sostanza significa che, una volta raggiunto il picco di produzione il quantitativo di petrolio disponibile per il consumo non aumentera' piu' ma, indipendentemente dalle tecnologie e dagli sforzi impiegati, tendera' a diminuire e tale diminuzione e' irreversibile. Il che significa anche che dal momento del 'picco' in poi ogni litro di petrolio estratto costera' di piu'. Il che significa che a fronte di una popolazione in aumento (che richiede piu' risorse) ci ritroveremo con meno risorse a disposizione.

La prima cosa che uno pensa quando pensa "petrolio" e' "automobili", ed in effetti due terzi del petrolio che e' estratto viene raffinato per ottenere gasolio o benzina da autotrazione. Ma non e' tutto li'. Una buona percentuale di petrolio e di gas sono usati per produrre diserbanti e fertilizzanti, che sono usati per produrre cibo (direttamente o come mangime per animali e quindi indirettamente). La "rivoluzione agricola" dell'inizio del 20o secolo si e' basata fondamentalmente su due fattori: l'uso di macchine agricole (alimentate a petrolio) e l'uso di prodotti chimici (derivati dal petrolio), il che ha consentito di aumentare la quantita' di cibo prodotto a livello mondiale e quindi di sostenere la popolazione che oggi si trova sul pianeta.

Secondo le statistiche, il metodo Haber-Bosch per la produzione di Ammoniaca e' responsabile per la produzione del 99% di tutti i fertilizzanti del mondo. Il problema e' anche peggiore del petrolio perche' mentre le riserve di petrolio seguono una curva a campana per la loro produzione (aka: la produzione tende a diminuire in maniera piu' o meno regolare) le riserve di gas tendono a cessare produzione dall'oggi al domani senza alcun preavviso.

E dato che la popolazione aumenta, deve aumentare il quantitativo di petrolio utilizzato per produrre... tutto! Far funzionare i trattori, produrre il cibo, raccoglierlo, trattarlo, trasportarlo, cuocerlo. Per non parlare di produrre abiti, medicine, case e tutto quello che in genere si utilizza per vivere (non ultimo il computer che state usando per leggere questo e l'energia elettrica che lo alimenta).

Quindi che succede nel momento in cui il quantitativo di petrolio che e' possibile estrarre ed utilizzare comincia a diminuire e diventare progressivamente piu' costoso ma la popolazione continua ad aumentare?

Le cose diventano complicate... molto complicate. Per prima cosa, l'intero sistema economico mondiale si basa sul principio (un po' balzano se ci si pensa bene) che tutto deve sempre aumentare.

L'idea di base della moderna "economia capitalistica" e' che domani ci sara' "piu'" di oggi. Piu' di tutto. E per produrre/vendere/comperare di piu' occorre piu' energia ed ovviamente piu' risorse, e la risorsa "principale" come abbiamo gia' detto e' il petrolio.

In pratica non c'e' una sola attivita' al mondo che non abbia come presupposto la presenza continua, abbondante ed a buon mercato di una fonte energetica. Fonte energetica che e' sempre petrolio o un derivato dello stesso. La prima volta che questa fonte e' venuta a mancare e' stato proprio negli anni 70, a causa di un embargo dell'Opec. Il risultato fu un crollo del mercato e dell'economia a livello mondiale. Ma la prima reazione da parte Americana fu' l'idea di "andarselo a prendere" il petrolio. Sfortunatamente (per loro) l'Unione Sovietica non era molto d'accordo. 30 anni dopo l'Unione Sovietica non c'e' piu' ed infatti si e' visto il risultato.

Ora, tanto per essere sicuri che siamo tutti sulla stessa pagina, nel 2003 gli USA hanno invaso l'Iraq e non lo hanno fatto per via delle (inesistenti) "armi di distruzione di massa", lo hanno fatto perche' l'Iraq ha ancora circa l'11% delle riserve petrolifere mondiali, o almeno si suppone che le abbia: i dati sono stati abbastanza ballerini dagli anni 80 in avanti, in effetti il fatto che gli USA abbiano dichiarato di progettare un ritiro dalla regione potrebbe puntare al fatto che l'Iraq tutto quel petrolio poi non ce lo abbia.

E gli USA consumano circa il 25% della produzione annuale. Ma la Cina sta' guadagnando terreno, sono partiti dopo e da piu' lontano, ma si stanno avvicinando sempre di piu'. Sara' interessante (o forse no) vedere cosa succedera' quando Cina ed USA si troveranno in competizione per l'accesso diretto allo stesso petrolio. Soprattutto considerando che la Cina finanzia direttamente gli USA al ritmo di svariati miliardi di dollari all'anno (fonte: Los Angeles Times). Sempre sullo stesso registro, gli USA hanno una notevole presenza di truppe in Afghanistan, Pakistan ed altri paesi della zona, ed il motivo e' da ricercare nelle riserve di gas e nelle (millantate) riserve di petrolio. Che il petrolio non ci fosse lo hanno scoperto solo DOPO che le varie imprese petrolifere hanno trivellato una marea di buchi nella zona, trovato niente, fatto i bagagli e se ne sono andate.

Insomma, da una parte abbiamo l'unica superpotenza mondiale rimasta con una sete insaziabile di petrolio e dall'altra parte abbiamo... tutti gli altri... Non e' una bella prospettiva.

Se guardiamo le statistiche dei prezzi del petrolio negli ultimi anni notiamo anche un trend abbastanza preoccupante: il prezzo del petrolio e' sempre 'agganciato' ad una qualche crisi. Mettendo i dati in un grafico si possono individuare i vari "punti caldi" degli ultimi tempi:
prezzi del
petrolio dal 1945 ad oggi
1973 - embargo Opec e conseguente triplicazione dei prezzi, 1979 - guerra Iran/Irak, 1981 - Inizio produzione del petrolio nel Mare del Nord e conseguente calo dei prezzi causa sovraproduzione, 1990 - dissoluzione dell'Unione Sovietica e conseguente crisi politica, 1997 - Picco di produzione nel Mare del Nord + embargo all'Iraq, 2003 - Invasione dell'Iraq, 2007 - crash dei mercati finanziari (riduzione dei consumi dovuti alla depressione economica).

E' interessante anche notare che poco prima del crash del mercato finanziario, crash solitamente attribuito ad un tracollo del mercato delle proprieta' immobiliari americane, il prezzo del petrolio ha raggiunto i 90 $ al barile, pero' nessuno ha tratto correlazioni tra le due cose... In ogni caso, anche se l'economia mondiale e' tutt'ora abbastanza sul depresso andante, il prezzo del petrolio e' sempre intorno ai 60 $ al barile. Finche' l'economia rimane in stasi il prezzo del petrolio tendera' a restare stabile, ma non appena si comincera' a riprendere e' ovvio che anche quello comincera' a salire di nuovo. Dal 2003 in avanti non ha fatto altro che salire ad un ritmo vertiginoso. Se i dati permangono pare evidente che nel prossimo futuro dovremmo avere a che fare con un costo del petrolio maggiore di 100 $ al barile, con tutto quello che ne consegue.

Addendum: Per discussioni su questo commento al di fuori dal sito vedere il Gruppo di Discussione

segue...

Davide Bianchi
21/05/2010 12:20

I commenti sono aggiunti quando e soprattutto se ho il tempo di guardarli e dopo aver eliminato le cagate, spam, tentativi di phishing et similia. Quindi non trattenete il respiro.

19 messaggi this document does not accept new posts

JC

Chi ha una certa età... Di JC postato il 15/05/2010 15:45

...come me ricorda il libro 'I limiti dello sviluppo' (1972) che diceva più o meno le stesse cose, solo che poneva il limite ultimo attorno al 2000. Adesso viene spostato nel 2100. Tutte queste previsioni mi lasciano perplesso. C'è sicuramente bisogno di un ripensamento, ma non sarei così catastrofico.
Saluti
JC
PS: "MORIREMO TUTTI!" dov'è la novità? la morte è l'unica cosa certa nella vita!
:-)
-- JC

Anonymous coward

Moriremo tutti? Tutti no, ma molti si. Di Anonymous coward postato il 16/05/2010 03:01

Quando chi consuma aumenta ma il consumato non aumenta, la Natura ha un modo molto sbrigativo per risolvere la cosa: spazza via parte dei consumatori. Peste Nera o autodistruzione tramite guerre fa poca differenza, quando deve colpire, la natura lo fa col martello piu' grosso che trova.

La - possibile - soluzione?

A. calo della popolazione tramite un apposito piano di "rientro". (difficile, visti i vari veti religiosi)

B. muovere il culo - velocemente - per arrivare a questa cavolo di fusione nucleare per avere energia a basso costo (cosa che non risolve comunque la penuria di petrolio per la produzione di lubrificanti, materie plastiche, etc)

C. consumare meno, ottimizzare i consumi (la vedo dura gli USA che mollano il SUV e vanno in bicicletta)

D. smetterla di fare le cicale e pensare piu' da formiche ( ma la natura umana e' da cicala, vedasi la Grecia recentemente)

Bacchette magiche non ce ne sono, ma prima si comincia, meno "da cavallo" sara' la cura. -- Anonymous coward

Piernicola Comuniello

Petrolio Di Piernicola Comuniello postato il 16/05/2010 07:31

E queste cose le scopri solo adesso? Benvenuto nel club ;-\) -- Piernicola Comuniello

Stéphane

Crescita infinita Di Stéphane postato il 16/05/2010 15:58

Il problema centrale è proprio l'idea della crescita infinita: chiunque parli di economia, vede come positivo solamente la crescita, mentre quello a cui si dovrebbe puntare è un livello medio con crescita zero.
Che il petrolio sia un risorsa finita lo si sa da quando si è scoperto la sua esistenza; perché nessuno vuole preoccuparsi di ridurre la dipendenza da petrolio (e altre fonti di energia finite)? Forse la risposta la si trova nella bruttissima abitudine della politica di demandare a generazioni future la risoluzione di problemi spinosi: dopotutto è questo il concetto di debito pubblico; e non è solo monetario questo debito.

Sulla guerra in Iraq, direi che dopo essersi visti Fahrenheit 9/11 di Michael Moore è difficile vedere altre ragioni della guerra se non gli affari del petroliere presidente... -- Stéphane

Fabriziov

Economia Di Fabriziov postato il 16/05/2010 21:21

Sono discorsi di una complessità notevole.
Bisogna dire, ad esempio, che grossa parte dei cereali coltivati finiscono come mangime per il bestiame (specie bovini, con lo scopo di ottenere una carne con molto grasso che tanto piace).
Inutile dire che lo scambio foraggio / calorie nella carne è assolutamente svantaggioso.
Si potrebbe anche parlare di coltivazioni (come quella del cotone)estremamente costose a livello di risorse(specie acqua).
Insomma, la struttura agricola "moderna", al mancare delle risorse a buon mercato, potrebbe semplicemente sparire perchè illogica. -- Fabriziov

maxxfi

Crash Course Di maxxfi postato il 17/05/2010 08:20

Credo di averlo menzionato gia' in un altro commento, ma
suggerisco di spendere 3 ore e mezza per seguire il "Crash Course"
di Chris Martenson. ( http://www.chrismartenson.com/crashcourse )
Ci sono interessanti considerazioni in generale sul sistema creditizio
e l'economia in genere. La quantita' di petrolio disponibile
e' discusso in uno dei capitoli (la teoria del Peak Oil, ovvero
quella curva a campana nel post di Davide).


-- maxxfi

WM

a tale proposito Di WM postato il 17/05/2010 10:36

buongiorno davide

vedo che stavolta hai portato alla ribalta un problemino niente male
se la cosa ti puo' interessare e' un argomento trattato recentemente anche dalla rivista "le scienze" (che dovrebbe essere la "traduzione" italiana di "scientific america") con opinioni di entrambe le parti
se ti interessa ti posso far avere gli articoli

per inciso sono un credente della teoria secondo cui " non esistono pasti gratis"

tra le righe di quello che hai scritto ho trovato qualcosa riguardo la crescita della popolazione mondiale. e mi hai fatto venire in mente un libello del buon piero angela in cui dice e spiega come mai gli italiani devono fare piu' figli
(che dici? riflettiamo sul fatto che lui ne ha 1 solo? o mi sbaglio?)

ciao e buona settimana
WM -- WM

Giuseppe Treccarichi

L'energia elettrica Di Giuseppe Treccarichi postato il 17/05/2010 10:52

L'energia elettrica non nasce cosi' viene prodotta con centrali di vario tipo dalle idroelettriche alle nucleari, purtroppo ultimamente (almeno per quel che riguarda l'italia) le nuove centrali sono TurboGas ergo fanno corrente con il metano, cosi' da ridurre l'inquinamento.
Quindi (purtroppo) anche la corrente elettrica in buona parte e prodotta con petrolio e/o derivati, specialmente dalle aziende semi municipalizzate del nord italia.
"GGGGGHHHHAAAAA!! MORIREMO TUTTI!!!" cit.
-- Giuseppe Treccarichi

Anonymous coward

argomento interessante Di Anonymous coward postato il 17/05/2010 11:01

interessante e che ci toccherà tutti da vicino prima o poi.
Suggerisco di dare un'occhiata qui
http://www.aspoitalia.it/
e di leggere questo
http://www.aspoitalia.it/attachments/197_aspopensiero.pdf
Sperando che prima o poi qualcuno ascolti veramente -- Anonymous coward

alessiodp@hotmail.com

già detto e stradetto Di alessiodp@hotmail.com postato il 17/05/2010 12:06

la società petrolio-centrica è stata costruita dagli stati uniti all'inizio del '900
si puo' e si deve vivere senza petrolio...

un esempio lampante visto che hai parlato di agricoltura è il seguente

mentre gli americani pensano al trattore elettrico in questa maniera

http://www.ormaz.it/catalogo/v/Giocattoli+elettrici/MCE40892X000.jpg.html

gli italiani lo costruiscono i quest'altra

http://agriculture.newholland.com/italy/it/WNH/Hydrogen/Pages/HowIW.aspx

il petrolio non serve e non servirà...

...l'unico elemento preoccupanta è l'aumento a dismisura della popolazione che ovviamente dovrà per forza di cose raggiungere un limite sostenibile...

quanto hai citato nell'articolo è pura letteratura anglosassone opinabile e tendenziosa...

la strada è tracciata da tempo...il mondo senza petrolio è possibile reale e concreto...
mal che vada faremo a meno dei computer...e dimagriremo un po' tutti che ci fa bene... -- alessiodp@hotmail.com

Anonymous coward

@ alessiodp@hotmail.com Di Anonymous coward postato il 18/05/2010 18:19


> mal che vada faremo a meno dei computer...e dimagriremo un po' tutti che ci fa bene...
>

La fai facile, un pò troppo forse.
La produzione dell'idrogeno costa più energia di quella che può fornire l'idrogeno stesso ed è molto complicato maneggiarlo.
Le centrali solari, eoliche, che sfruttano le maree, geotermiche e biogas NON sono in grado di generare l'energia che consumiamo oggi, infatti hanno sempre affiancato le centrali tradizionali, non mi risulta che le abbiano mai sostituite, e se andiamo a vedere i tempi di ammortamento prima che diventino redditizie sono lunghissimi, quindi allo stato attuale sono più uno sfoggio di buone intenzioni che altro.
Le centrali a fissione sarebbero un mezzo più sicuro di altri oggi molto diffusi, efficiente e pulito di ottenere tutta l'energia elettrica che vogliamo, se non ci fosse l'ENORME problema delle scorie che devono essere tenute al sicuro per tempi troppo lunghi.
Le centrali a fusione sono ancora fantascienza.
Poi c'è il problema che l'elettricità è MOLTO difficile da immagazzinare, le migliori batterie conosciute attualmente non possono competere nemmeno lontanamente con un bel serbatoio pieno di gasolio/benzina/gpl/metano.
I fertilizzanti derivati dal petrolio non sono così facilmente sostituibili da quelli naturali.
E per concludere anche se tornassimo tutti a vivere coltivandoci l'orticello attaccando l'aratro ai buoi, ci facessimo il formaggio con il latte della nostra vacca, ci scaldassimo tagliando la legna con la scure, dubito che ci sarebbero abbastanza risorse per mantenere anche solamente l'attuale popolazione mondiale, perchè ovviamente la produttività crollerebbe a valori molto più bassi di quelli odierni.
Insomma, non basta dire ci adatteremo a vivere con meno, dovremmo essere molti meno per vivere.

Davide
davebox70@gmail.com
-- Anonymous coward

another anonymous coward

@ Anonymous coward Di another anonymous coward postato il 19/05/2010 21:35


> Le centrali a fissione sarebbero un mezzo più sicuro di altri oggi molto diffusi, efficiente e pulito di ottenere tutta l'energia elettrica che vogliamo, se non ci fosse l'ENORME problema delle scorie che devono essere tenute al sicuro per tempi troppo lunghi.

Sulla sicurezza delle centrali a fissione sussistono parecchi dubbi - abbastanza fondati - , visto che con centrali da 1000/1400 MW - la stazza "preferita" dai consorzi industriali - il rischio peggiore è sempre pari a quel che è successo a Chernobyl nell'aprile del 1986.

In parole povere , nessun reattore a fissione è instrinsecamente sicuro : non c'è sistema di sicurezza attivo o passivo che possa completamente azzerare il rischio di un incidente con conseguenze simili a quelle dell'incidente di Chernobyl.

Ho assistito di recente a un dibattito su RaiNews24 sull'argomento nucleare ( PARTE 1 : http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=19153 , PARTE 2 : http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=19152 ). Un professore della Sapienza arriva addirittura ad affermare ( nell'ambito di un discorso più ampio sulla NON evoluzione dei reattori a fusione ) che il deficit di ricerca sul nucleare sia da imputare ai fisici che invece di concentrare i loro sforzi nel migliorare la fisica dei reattori , si sono concentrati sullo studio delle particelle. Discorso abbastanza sterile IMHO , perchè sembra ignorare alcuni fatti fondamentali nella storia del nucleare civile :

- L'incidente della centrale di Three Miles Island ( http://en.wikipedia.org/wiki/Three_Mile_Island_accident ) che per la prima volta ha reso concreti i molti dubbi sulla sicurezza dei reattori a fissione e che ha di fatto contribuito a spegnere i facili ottimismi di avere un'energia inesauribile a bassissimo costo ( e anche a spegnere certi facili eccessi : http://en.wikipedia.org/wiki/Ford_Nucleon ) . Ha inoltre messo in evidenza la natura lobbystica e politica del nucleare ( "La sicurezza dei reattori a fissione" - Le Scienze n° 141 - anno 1980 : ) , tenuto conto delle continue resistenze dell'industria a discutere dell'argomento sicurezza. Molti ricercatori erano comunque concordi nel ritenere che una prima misura da adottare per migliorare la sicurezza dei reattori consistesse nella riduzione delle dimensioni dei reattori ( "E' finita per sempre l'epoca di queste centrali" - intervista a Richard K. Lester docente di ingegneria del MIT a cura di Vittorio Zucconi per l'inserto di Repubblica 2000 Fisica , 1987 ) . Di fatto il rifiuto dell'industria a investire in reattori di taglia più piccola e nel miglioramento della sicurezza dei reattori , portò allo stop delle commesse per nuovi impianti sul suolo americano.

- L'incidente della centrale di Chernobyl avvenuto nel 1986 ( http://en.wikipedia.org/wiki/Chernobyl_disaster , Inside Chernobyl Sarcophagus : http://video.google.com/videoplay?docid=-5968506788418521112# , The True Battle of Chernobyl : http://video.google.com/videoplay?docid=-5384001427276447319# )

- Il referendum del 1987 che sull'onda emotiva di Chernobyl portò in Italia allo spegnimento delle centrali ( ma non all'eliminazione del nucleare , visto che ci si porta dietro ancora il problema dello stoccaggio del combustibile irraggiato, delle scorie e del decomissioning delle centrali ) e ad una consistente riduzione della ricerca nucleare.

E non credo che la decisione di rinunciare al nucleare sia stata completamente un male perchè come tutte le cose a quel tempo , anche il nucleare era gestito all'italiana con la caratteristica sufficienza ( Beppe Grillo, Fantastico 1987 sugli "incidenti" a Caorso -> http://www.youtube.com/watch?v=pUOpZM2RCfE )

Inoltre il professore sembra ignorare i contributi del premio Nobel ( meritato ) Carlo Rubbia che ha proposto sia un sistema basato sulla tecnologia degli acceleratori per "bruciare" le scorie nucleari ( Carlo Rubbia intervento ad AnnoZero : http://www.youtube.com/watch?v=SALsYKE5wsU ) , sia una tecnologia per reattori che utilizzano il torio al posto dell'uranio e che quindi producono scorie di natura diversa con un tempo di vita notevolmente minore di quelle prodotte dalla fissione dell'uranio ( Carlo Rubbia centrali al torio : http://www.youtube.com/watch?v=8xrqu4GeU1c )

-- another anonymous coward

Anonymous coward

@ another anonymous coward Di Anonymous coward postato il 27/05/2010 02:12


>
> E non credo che la decisione di rinunciare al nucleare sia stata completamente un male perchè come tutte le cose a quel tempo , anche il nucleare era gestito all'italiana con la caratteristica sufficienza ( Beppe Grillo, Fantastico 1987 sugli "incidenti" a Caorso -> http://www.youtube.com/watch?v=pUOpZM2RCfE )
>

E' un bene che il referendum abbia decretato lo stop al nucleare e che il problema sia stato portato alla luce del sole. La centrale del Garigliano ad esempio, fu costruita senza tener conto del rischio sismico della zona ( rischio di livello 2 ) e con una protezione scarsissima ( una palla ??? ) tanto che gli americani sgombrarono una loro base nelle vicinanze della centrale poiché il personale aveva una "certa tendenza" ad ammalarsi di patologie oncologiche ; fu soggetta ad un alluvione che sommerse quasi tutta l'area ad esclusione dell'edificio del reattore e che di fatto contribuì alla contaminazione di un'ampia zona , compresa una vasta zona di mare circostante la foce del fiume Garigliano ( http://www.youtube.com/watch?v=8zK6ROscUuU , http://www.youtube.com/watch?v=eMCyD8sPXR4 , http://www.youtube.com/watch?v=FwKvoP94xP8) e addirittura svariate tonnellate di rifiuti radioattivi sono state seppellite loco coperte di semplici buste di plastica ( http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sommersi-dai-veleni-radioattivi/1585227/16 )

Sfido chiunque a definire dei dati oggettivi e documentati come "propaganda antinucleare"
-- Anonymous coward

Andrea M

petrolio...... non mi fai paura... Di Andrea M postato il 17/05/2010 21:29

com'è, come non è, non credo ci siano troppi problemi... appena avranno finito di "svuotare i magazzini" di petrolio cominceranno a propinarci la soluzione (che "sicuramente" c'è già) alla temuta fine del petrolio... gas, idrogeno, solare, termico plutonio, protonico, bucolico o aerostato che sia... :\)
l'energia non manca... è solo questione di interessi...

poi io sono pessimista ma... ad essere pessimista quasi sempre ci becco...

lamps -- ... yes... really... I need root's password!!!

Mauro Pietrobelli

Tutto giusto ........ Di Mauro Pietrobelli postato il 18/05/2010 08:19

Quello che hai scritto è un'analisi corretta, però gli esperti di settore (conslutanti?) affermano che la discesa sarà molto lenta perchè la tecnologia mette a punto nuovi sistemi estrattivi/di lavorazione che permettono di utilizzare prodotti fino a 10 anni fa non sfruttabili, come gli scisti bituminosi, che con l'aumento del prezzo del petrolio diventano convenienti.
Quindi temo che ci metteremo ancora tanto tempo prima di poter passare dalle fonti fossili ad altre meno inquinanti e magari più durature.
Ciao BigD e buona settimana. -- Mamo

sky

aggiungerei questo Di sky postato il 18/05/2010 13:00

In merito al discorso del prelievo dai pozzi petroliferi, la ragione del 50% è piuttosto banale: arrivati al "pareggio" (50%) il petrolio smette di uscire "da solo" grazie alla pressione interna accumulata ed è necessario pompare liquidi (acqua) nel pozzo per farlo continuare ad uscire: questo complica le operazioni ed aumenta di parecchio i costi. Si giudica quindi "non economicamente conveniente" estrarre da un pozzo oltre il 50%.
(fonte: L'economia all'idrogeno, di J. Rifkin... che certo avrai letto ;\))

Circa il discorso delle "crisi" e del complottismo un paio d'anni fa ho seguito, per conto della banca in cui lavoro, un corso di un pomeriggio in cui un professore universitario (di cui, qui, non ho i riferimenti) ha praticamente dimostrato (senza dirlo esplicitamente) che gli USA hanno provocato tutto quello che va sotto il nome di "11 settembre": in quel momento l'economia USA era alla canna del gas e s'è trattato della classica decisione bere o affogare (il tutto con grafici storici e tabelle economiche eh, non un pour parlez).
Spiace dirlo ma gli USA, quando c'è di mezzo il controllo del territorio (estero) e l'economia, hanno sempre scelto di "far crepare pochi perchè tanti si salvino" (nel caso dell'11 settembre erano 2600, in altri casi di più o di meno... eviterei di dettagliare qui): 2600 persone contro c.ca 400 milioni, in base al principio che "the american way of life is not negotiable" (fonte: Bush Sr.).

Infine: ultimamente ai "problemi" s'è aggiunta la Cina, che non sono proprio quattro gatti, passando da un regime semi-agricolo-protezionistico ad un'economia di mercato che richiede energia. Mi si dice che lavorino molto sulle fonti alternative (solare, idrogeno) e sul nucleare.
Da noi ultimamente possiamo vedere un fortissimo impulso al "risparmio": tetti fotovoltaici, automobili ibride, ecc.
Direi che il tuo discorso è piuttosto confermato quindi.
Rifkin diceva che il petrolio iracheno e quello iraniano (Iran?... mica sono quelli che gli USA vorrebbero invadere eh? ;\)) potrebbe durare 120 anni... al tasso attuale (di 5 o 6 anni fa) di utilizzo. Mi sa molto meno, quindi. -- sky

z f k

sostituire il petrolio? Di z f k postato il 27/05/2010 07:54

In un centro di ricerche a Trieste hanno messo a punto un metodo per trattare i gusci di anacardo per produrre polimeri
http://www.google.com/search?ie=UTF-8&oe=utf-8&q=trieste+anacardi

Dietro la demonizzazione della cannabis ci sarebbero i petrolieri, timorosi di trovarsi a concorrere con l'olio combustibile che se ne ricava.
Olio di colza, anyone? Conosco almeno una persona che (dice) utilizza come carburante il solo olio di colza (motore diesel); altri parlano di miscele gasolio-olio di colza, in percentuali variabili.
Svariati sistemi di trasporto pubblico sperimentano con biodiesel e roba del genere. Qui a Venezia (Mestre) l'ACTV utilizza un additivo da miscelare al diesel: il D7. Che altro non e' che alcool distillato da vinacce e raspi :D

Nota: io sarei un po' scettico sulla sostenibilita' di un sistema basato su biodiesel: quanta biomassa bisogna produrre, per ottenere la quantita' di carburante necessaria? Quanto terreno bisogna coltivare? Quali i residui della lavorazione? et caetera.

Insomma: non e' che con un po' di fantasia riusciamo a sostituirlo, 'sto benedetto petrolio? Probabilmente con costi maggiori e maggiori difficolta', ma insomma, "quando si e' con l'acqua alla gola o si nuota o si affoga". Vogliamo metterci d'impegno a imparare a nuotare, prima che sia troppo tardi? :\)

CYA -- z f k

Alex ARNZ

Fotovoltaico Di Alex ARNZ postato il 27/05/2010 23:59

Dunque, sul fotovoltaico se ne sentono molte, e vedo che purtroppo c'è molta ignoranza in giro (credo che ci sia ignoranza su tutto, ma molte volte non ce ne rendiamo conto perché non conosciamo l'argomento).
È vero che non è la soluzione, però è anche vero che probabilmente è il futuro. Personalmente posso dire che tra le varie attività delle quali mi occupo con il mio socio, c'è anche un forte interessamento alle energie rinnovabili (fotovoltaico e geotermico, con predilezione sul primo), quindi forse non conosco tecnicamente tutto, però so come funziona e di come in questo momento sia convenientissimo per il singolo cittadino.

Però i discorsi sono da addizionare. Una singola energia non va bene, non può funzionare. Dunque, con "la media di efficienza di impianti" attualmente costruiti, basterebbe un territorio grande come il galles, posizionato in mezzo al sahara per fornire l'energia attualmente utilizzata in tutto il mondo.
Ovvio che questo non è fattibile, ma fa rendere conto di quanto poco in realtà servirebbe per avvicianarsi ad una soluzione pratica del problema.
Altri dicono che l'idrogeno è fantastico. Vero. Ottimo sostituto del petrolio, in quanto è portabile, al contrario del fotovoltaico. Però costa più energia per produrlo.
L'idea sulla quale si sta lavorando è questa:
Produrre energia fotovoltaica di giorno ed utilizzarla direttamente (in parte) e il resto utilizzarlo per produrre idrogeno, da utilizzare per tutti gli altri scopi in cui il fotovoltaico non è proponibile. In pratica l'idrogeno diventa un "accumulatore di energia" (non sto parlando di pile ad idrogeno che sono una cosa ancora differente). Se attualmente con un impianto di 20mq, riesco a produrre, in Italia, a Milano, una media di 3kw (quindi di più d'estate e di giorno, di meno d'inverno e zero di notte), non venitemi a dire che la cosa non è fattibile.
Sinceramente sono convinto che a volerlo, le soluzioni ci sono. Credo fermamente che nella maggioranza dei casi manca la volontà.

Spiegatemi una cosa che non ho mai capito. Perché in Germania (sono tedesco nato in Germania, quindi non raccontiamoci balle) ci sono circa il triplo degli impianti fotovoltaici che ci sono in Italia quando l'efficienza del sole (durata, esposizione, meteo) riducono l'efficienza a poco meno del 40% rispetto a quella media italiana?

In Cina stanno costruendo la più grande area completamente ricoperta di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Non si parla di qualche ettaro quadrato, stiamo parlando di chilometri e chilometri del loro deserto, ricoperti di pannelli. I Cinesi sono stupidi, se vogliamo crederlo, ma forse noi lo siamo di più.

Non è la soluzione definitiva? OK, mi sta bene, ma almeno è un ottimo tampone che ha pochissimo impatto ambientale. Produrre un pannello, al giorno d'oggi, ha un impatto produttivo bassissimo, anche come materiali. -- Alex ARNZ

Davide Bianchi

@ Alex ARNZ Di Davide Bianchi postato il 28/05/2010 07:42

> Spiegatemi una cosa che non ho mai capito. Perché in Germania (sono tedesco nato in Germania, quindi non raccontiamoci balle) ci sono circa il triplo degli impianti fotovoltaici che ci sono in Italia quando l'efficienza del sole (durata, esposizione, meteo) riducono l'efficienza a poco meno del 40% rispetto a quella media italiana?

Come accennato da Bertoncello (che e' in Germania) nell'altro commento, il governo sovvenziona il montaggio e paga l'energia fornita dai pannelli il doppio di quanto costa commercialmente.

-- Davide Bianchi

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